La denuncia, inoltrata a firma collettiva da parte de “La famiglia del Silos” a tutte le autorità coinvolte e alla stampa, presenta toni accesi e volti a mettere in luce le condizioni di vita all’interno dell’ex magazzino granaglie ottocentesco, adibito a ricovero per gli esuli giuliano dalmati e altre famiglie triestine in attesa di alloggio, per “noi ITALIANISSIMI e in pari tempo DISGRAZIATISSIMI CITTADINI, che tutto abbiamo perduto, avendo dovuto abbandonare tutti i nostri beni […]. Dopo lunghissime e instancabili pratiche presso le Autorità, ben inteso nella nostra grande necessità, abbiamo avuto consegnato un posto al famoso Silos, la gran parte di noi ammucchiati in CAMERONI privi di LUCE e di SOLE […]”. La vita al Silos viene dipinta come “un vero COVO, una vera BABILONIA, un GHETO dello schiamazzo”.
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