Skip to content

Giorno della memoria 2023 – Arresto dell’ebreo Vittorio Hering

Vittorio Natale “Häring”, ebreo nato a Trieste nel 1906, operaio, è arrestato a seguito di una delazione il 28 ottobre 1944 e registrato con il n. di matricola 16.106 nelle locali carceri del Coroneo. L’11 gennaio 1945 è consegnato alle SS e deportato nel campo di concentramento di Ravensbrück, Dachau e Buchenwald. Nel corso della sua detenzione riesce a comunicare clandestinamente con la compagna non ebrea Gina Rigo, nascondendo 13 lettere nel cibo che gli veniva consegnato dall’esterno. In una di queste scrive: «Sono un povero operaio […] sono stato arrestato solo perché sono di razza ebraica».

Vittorio era stato censito come «appartenente alla razza ebraica» con il censimento del 22 agosto 1938, promosso dal regime fascista per individuare e schedare tutti gli ebrei, italiani e stranieri, presenti in Italia; il 26 gennaio 1939 si era dovuto “autodenunciare”, per essere annotato nei registri di stato civile e della popolazione del Comune, ai sensi dell’art. 9 del regio decreto legge 17 novembre 1938 n. 1728, Provvedimenti per la difesa della razza italiana.

Nel corso del 1964 Gina Rigo, ormai vedova di Vittorio morto nel 1949, presenta istanza alla Prefettura di Trieste per la richiesta di ammissione al beneficio dell’indennizzo disposto dalla Repubblica Italiana a favore dei deportati reduci e dei familiari superstiti di deportati deceduti previa ripartizione, ai sensi del D. P. R. 16 ottobre 1963 n. 2043, del fondo versato dalla Repubblica Federale di Germania, come da Legge 6 febbraio 1963 n. 404.

L’istanza della moglie Gina si conclude con l’attestazione che “Hering Natale fu Enrico, nato a Trieste il 10.8.1906, cittadino italiano venne arrestato dalle SS il 28.10.1944, nella propria abitazione, per motivi razziali. Rinchiuso nelle locali carceri giudiziarie, l’11.1.1945 fu deportato nel campo di concentramento di Rawensbruck e, successivamente, in quelli di Dachau e Buchenwald. Liberato dalle truppe russe nel maggio 1945 e da queste trattenuto, per lavoro, rimpatriò il 28.10.1945”.

Nominata dal governo italiano nel maggio del 1964, la Commissione per gli indennizzi a cittadini italiani colpiti da misure di persecuzioni nazionalsocialiste lavora fino al novembre 1967. Le deliberazioni adottate alla conclusione dei lavori sono 323.731: 12.673 favorevoli alla concessione di un indennizzo, 311.058 negative. Fra i giudizi favorevoli, 8.275 riguardano ex deportati civili, 3.321 ex deportati razziali, 1.077 ex internati militari.

L’istanza risulta tra quelle accolte e pubblicate nel Supplemento orinario della Gazzetta ufficiale n. 130 del 22 maggio 1968.

La storia di Vitorio Hering è raccontata dai documenti che sono esposti, fino al 7 febbraio, nei locali della Camera di commercio di Trieste, a corredo della mostra “1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia” del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec).

Archivio di Stato di Trieste, Casa circondariale di Trieste, Registri delle matricole dei detenuti, Coroneo, n. 77

Back To Top